L’origine del nome di Vialfrè non è certa, ma sono state fatte varie ipotesi. La prima è che risalga ad Alfredo, uno dei primi Conti Canavesani, che avrebbe dato il suo nome a questa terra ben più antica di lui, chiamandola Vicus Alfredi. Altri ipotizzano che nel secolo X esistesse un Vescovo di nome Vialfredi; a conferma di ciò però non si è trovato alcun documento autentico. Si può supporre poi che alle origini del nome Vialfrè ci sia stato un nome ben più antico, ovvero quello di Vicus Bafredi o solamente Bafredus; questo nome e altri simili come Valfredus designavano un tempo una macchina guerresca in forma d’alta torre su quattro ruote, che serviva durante gli assedi. A metà del 1200 Vialfrè è feudo dei Conti di S.Martino.
Il Tuchinaggio (1386-1391), è una rivolta popolare della gente delle montagne, delle colline e delle pianure canavesane contro i feudatari locali, con risvolti economici, politici e sociali. Pochi resti rimangono dell’antico castello dei San Martino e qualche rudere del Monastero di San Nicola, al quale la tradizione popolare collega il tragico episodio della peste del 1630. Poco lontano da questi, sopra un colle, sorge il santuario di Santa Maria della Rotonda. Nel 1869 a Vialfrè sono attivi tre filatoi di seta, con oltre 300 operai. Altre notizie su Vialfrè risalgono al 1870, anno in cui si contano 508 abitanti, 137 famiglie e 128 case, 11 elettori politici e 84 elettori amministrativi (un secolo fa il diritto al voto era riservato solo agli uomini con redditi e studi di un certo livello). Nel 1263, nella lega per la lotta ai Berrovieri, giurarono anche 34 uomini di Vialfrè. Mancano poi notizie su Vialfrè durante la guerra del Canavese del 1300; sappiamo però che la gente di Vialfrè prende parte al Tuchinaggio, distruggendo l’antico castello dimora dei feudatari.